Sculture Lenci per arredo
A richiamare l’attenzione sul marchio Lenci, questa volta, non sono le bambole paffute in panni variopinti, né le celeberrime ceramiche policrome ideate da Elena König, Mario Sturani, Felice Tosalli, Giovanni Grande o Sandro Vacchetti, bensì i gessi di quest’ultime, modelli fondamentali per l’identificazione dell’oggetto finito e la sua storia, in mostra, dal 2 dicembre al 4 febbraio, al Museo della Ceramica di Mondovì in una rassegna curata da Christiana Fissore e Andreina d’Agliano.L’iniziativa si avvale della collaborazione di Daniele Sanguineti, autore di due cataloghi delle ceramiche Lenci editi da Sagep, il secondo dei quali dedicato proprio all’archivio dei gessiRisale al 2009 l’avvio della schedatura di questo insieme, composto da 1.122 pezzi, suddiviso per la maggior parte in due raccolte private che ne hanno garantito la sopravvivenza e la conservazione all’indomani della dispersione dell’intero patrimonio Lenci, sul mercato antiquario, negli anni Novanta.Oggi, la presente mostra di una quarantina di pezzi, scelti da queste due collezioni, oltre a permettere ad appassionati, collezionisti e studiosi di apprezzare dal vivo i modelli originari di figure Lenci note e meno note, intende porre l’accento sull’importanza della preservazione di questo nucleo, non frazionabile, con l’auspicio di un’acquisizione in toto per una pubblica destinazione, possibilmente lo stesso Museo di Mondovì.Infatti, come sottolinea giustamente Sanguineti nel testo in catalogo, «fruire di queste “sculture per l’arredo” attraverso un momento fondamentale del loro processo creativo finalizzato alla traduzione ceramica significa, oggi, storicizzare un tassello importante della cultura figurativa torinese del Novecento». La mostra è a cura del Museo della Ceramica in collaborazione con il Circolo Sociale di Lettura di Mondovì.MUSEO DELLA CERAMICA DI MONDOVIAltri articoliQuelle cocottes sul comò ...